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il Nostro


BAAL CULO, o L'Agiografia di un Delirio.

"Fenomeno di scostume urbano, predicazione demodè, deliri lucidissimi di un personaggio, il Nostro, che da ormai più di 10 anni rivendica i muri di Milano e dintorni come fogli bianchi su cui imprime le sue forti posizioni contro demoni della mitologia babilonese, Principi degli Inferi e Pasolini.
C'è chi lo descrive come un vecchio azzimato, distrutto dalla vita e dal vino cartonato, chi sostiene di averlo conosciuto, in un passato scomodo."

Ogni utente più o meno abituale delle Metropolitane meneghine, se dotato di un minimo di spirito di osservazione, non può non aver notato almeno una volta, durante un suo viaggio, i misteriosi graffiti che pullulano sui muri, sulle scale mobili, sui cestini e sui pannelli pubblicitari di moltissime stazioni. La loro pecurialità, a differenza delle solite scritte vandaliche, consiste nella prevalenza di accanimento contro la gerarchia infernale, con insulti del tipo:
"Lucifero infame"
"Lucifero culo"
"Baal clochard"
"Belzebù culo scassato"
... e via dicendo.
Con il passare del tempo le massime si sono diffuse anche in superficie, tanto che ad oggi è possibile incontrarle praticamente ovunque. Nel corso del suo abbondante decennio di attività, nessuno ha mai avuto il privilegio di incrociare l'autore di questi graffiti, vista la loro efficace natura singolare, facilmente attribuibili ad una sola persona.
Tutto ciò, anche in una città così frenetica come la nostra, non ha potuo fare a meno di alimentare leggende metropolitane e le più varie teorie che tentano di dare una spiegazione della genesi di tale fenomeno, che non esitiamo a definire un unicum suburbano. Degni di citazione un pregevole racconto scritto su questo tema (qui) e una canzona (link).
Oltre al presente portale è da segnalare la pagina Facebook BAAL CULO, sempre prodiga di illustrazioni "baalistiche" costantemente aggiornate.
Sebbene non sia dato sapere se, prima o poi, l'identità del Nostro sia destinata a svelarsi, resta innegabile la fortuna di coloro che, come noi, seppero apprezzarne la psicosi.

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